Un Archivio di Prima Stampa: L’Influenza di Dylan Dog sullo Sviluppo delle Passioni Culturali negli Anni ’80

Buon sabato mattina a tutti. Oggi desidero condividere un aspetto particolare e significativo della mia vita e della mia crescita umana: la collezione di albi Dylan Dog che custodisco a casa, rigorosamente di prima stampa originale, acquistati tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90. Questi albi, alcuni dei quali spediti a casa direttamente dalla Sergio Bonelli Editore e altri scoperti presso l’edicola della metropolitana Bonola a Milano, rappresentano più di una semplice raccolta; sono un elemento fondamentale del mio patrimonio culturale.

I primi ambiti nei quali  la lettura degli albi Dylan Dog ha esercitato un’influenza significativa sulla mia persona sono sicuramente l’indirizzo e l’dentità musicale. Le storie di Dylan Dog, intrise di temi oscuri e avventurosi, hanno trovato una corrispondenza quasi simbiotica nella complessità e nell’intensità della musica heavy metal. Band come Black Sabbath e Iron Maiden non risultarono solo un sottofondo musicale, ma divennero una sorta di contrappunto sonoro alle avventure del celebre detective dell’incubo.

Il secondo settore che Dylan Dog mi ha portato ad approfondire è stato sicuramente quello del cinema horror. I temi affrontati nei fumetti, dalla tensione psicologica al soprannaturale, trovano un diretto parallelo in questo genere cinematografico. Film come “L’Esorcista” o “Venerdì 13” non solo amplificavano l’esperienza di lettura, ma rappresentavano un’estensione del linguaggio espressivo e delle tematiche presenti negli albi di Dylan Dog.

Queste passioni, sebbene diverse in natura, sono diventate componenti irrinunciabili del mio essere. Non si parla di meri interessi o hobby, ma parti costitutive della mia identità, tessere di un mosaico culturale che includono albi in prima stampa, musica e film. Per questo, desidero esprimere la mia gratitudine verso Dylan Dog per aver agito come catalizzatore in questo percorso di scoperte personali e culturali. Non credo venderò mai questa mia collezione.