C’era una volta, in un ufficio come tanti, due personaggi ben distinti: Giorgio l’Accomodante e Lucia la Ribelle. Giorgio era quel tipo che dice sempre di sì, che annuisce ai capi e segue le regole senza discutere. Era quello su cui si poteva sempre contare per un lavoro fatto a regola d’arte, ma che non si sognava mai di proporre qualcosa di nuovo. La sua scrivania era ordinata, i suoi rapporti con i colleghi sereni, la sua carriera senza intoppi, ma piatta.
Lucia, invece, era l’anima impetuosa dell’ufficio. Non c’era regola senza eccezione per lei, nessuna direttiva che non potesse essere migliorata. Le sue idee erano come razzi che partivano in direzioni inaspettate, a volte geniali, altre disastrose. I capi la temevano e l’ammiravano allo stesso tempo. Era quella che spezzava la monotonia di una riunione con una proposta ardita, quella che poteva trasformare un progetto banale in qualcosa di eccezionale.
Giorgio e Lucia rappresentavano due modi di essere, due filosofie di vita che spesso si trovano a confronto. Giorgio, con la sua tranquillità e prevedibilità, riusciva a far filare tutto liscio, evitando conflitti e tensioni. Però, a volte, nella quiete del suo ufficio, sentiva il peso della routine e si chiedeva se non stesse perdendo qualcosa di importante.
Lucia, con la sua indomita energia, era una forza della natura, ma le sue tempeste interiori la lasciavano spesso da sola contro tutti, lottando per farsi strada in un mondo che non ama i cambiamenti.
La storia di Giorgio e Lucia è la storia di tutti noi, quando ci troviamo davanti alla scelta di seguire il flusso o di cambiare direzione. Non c’è una risposta giusta o sbagliata, ma forse il segreto sta nel trovare un equilibrio: sapere quando è il momento di ascoltare e quando è il momento di far sentire la propria voce. Nel lavoro come nella vita, entrambi ci insegnano che il coraggio sta nel trovare il proprio cammino, a volte dolce fiume e a volte selvaggio torrente.