Dal Club alla Storia: Joey Tempest Incontra Phil Lynott

Copertina del disco "Start From The Dark" degli Europe. Parliamo di "Hero" e della storia dietro al brano all'interno del blogNel cuore di Stoccolma, in una notte del 1983, si verificò un incontro che avrebbe lasciato un’impronta indelebile nel cuore di Joey Tempest, cantante degli Europe. I Thin Lizzy, leggendaria band irlandese, avevano appena concluso un concerto segreto in un piccolo club della città. Tra il pubblico, con gli occhi ancora luminosi per l’emozione dello spettacolo, c’era un giovane musicista di vent’anni: Joey Tempest. Lui e il suo amico Tony Reno, entrambi membri della nascente band Europe, decisero di rimanere nel club dopo il concerto, sperando forse di captare ancora qualche briciola di quell’energia elettrizzante che solo i grandi del rock sanno generare. Il loro primo album era appena uscito, e l’entusiasmo per il futuro si mescolava all’ammirazione per i loro idoli. Fu in quel momento che Tempest notò una figura solitaria in un angolo del locale. Con stupore, riconobbe Phil Lynott, il carismatico frontman dei Thin Lizzy. Lynott se ne stava lì, con la testa china e un’espressione malinconica sul viso, apparentemente perso nei suoi pensieri. Tempest osservò la scena con una miscela di curiosità e preoccupazione. Poco dopo, alcune ragazze si avvicinarono a Phil, come attirate da un invisibile campo magnetico. Solo più tardi, grazie alle parole del fotografo Denis O’Regan, amico e collaboratore dei Thin Lizzy, Tempest avrebbe scoperto che quello era uno dei famosi “trucchi” di Lynott per attirare l’attenzione femminile.

Con il cuore che batteva all’impazzata, Tempest trovò il coraggio di avvicinarsi al suo eroe. Le mani gli tremavano leggermente, la voce uscì un po’ incerta mentre formulava una domanda che lo aveva sempre incuriosito: perché i Thin Lizzy non avevano mai avuto un vero cantante solista?

La risposta di Lynott non è stata registrata dalla storia, ma ciò che rimase impresso nella memoria di Tempest fu la gentilezza e l’affabilità con cui la leggenda del rock lo accolse. Quell’incontro, breve ma intenso, lasciò un segno profondo nel giovane musicista. La disponibilità di Lynott verso un fan divenne per Tempest un modello da seguire, un esempio di come trattare i propri ammiratori, sempre con rispetto e calore.

Passarono gli anni, e quel momento rimase cristallizzato nella memoria di Tempest. Nel 2004, più di due decenni dopo quell’incontro fortuito, gli Europe pubblicarono “Hero”, secondo singolo del loro album “Start from the Dark”. La song era un tributo a Phil Lynott, un omaggio non solo alla sua musica, ma anche alla sua umanità e al suo carisma.

Il video di “Hero” racconta la storia di giovani aspiranti musicisti, intercalata da riprese degli Europe in tour. Le immagini sono un ponte visivo tra passato e presente, un omaggio all’influenza duratura di artisti come Lynott su generazioni di musicisti.

“Hero” divenne più di brano musicale: divenne una testimonianza del potere della musica nel connettere le persone attraverso il tempo e lo spazio. Divenne un tributo non solo a Phil Lynott che compare in qualche fotogramma, ma a tutti quegli artisti che, con la loro musica e la loro umanità, ispirano gli altri a sognare in grande non mollando mai.

Quell’incontro in un club di Stoccolma, così fugace eppure così significativo, ci ricorda che i veri eroi del rock non muoiono mai veramente. Vivono per sempre attraverso la loro influenza, la loro musica, nei cuori di coloro che ispirano. A volte, basta un breve momento di connessione umana per lasciare un’impronta indelebile, capace di risuonare attraverso gli anni e di tradursi in musica.