Erano i giorni che precedevano il Natale del 1988, e io ero un giovane ragazzo di quindici anni. Le serate prima delle festività avevano un’atmosfera particolare, un mix di eccitazione e nostalgia che solo l’adolescenza sa regalare. In quelle notti, mentre fuori il freddo pizzicava e le luci natalizie brillavano nelle strade, io mi trovavo incollato al mio piccolo televisore Mivar a tubo catodico ma a colori, un oggetto che oggi sembrerebbe preistorico ma che all’epoca era il mio portale sul mondo. Fu proprio in una di quelle serate che il destino decise di farmi un regalo anticipato. Stavo facendo zapping quando, improvvisamente, il mio schermo fu invaso da immagini potenti e suoni che mi scossero fin nel profondo. Era il video di “Breakin’ All the Rules” di Ozzy Osbourne. All’epoca, conoscevo Ozzy solo di nome. Sapevo che era considerato una figura di spicco dell’heavy metal, ma non avevo mai veramente ascoltato la sua musica. Quel video cambiò tutto. La voce di Ozzy, rauca e potente, si mescolava perfettamente con i riff di chitarra taglienti. Tornando a quei giorni, fu soprattutto un giovane chitarrista dai capelli lunghi e biondi a catturare la mia attenzione. Zakk Wylde, con la sua tecnica impressionante e il suo carisma innegabile, mi lasciò a bocca aperta. Non avevo mai visto nessuno suonare la chitarra in quel modo.
Da quel momento, iniziai a seguire con attenzione la carriera di Ozzy. Scoprii che “Breakin’ All the Rules” faceva parte dell’album “No Rest for the Wicked”, uscito solo pochi mesi prima, nel settembre del 1988. Era il primo album di Ozzy con Zakk Wylde alla chitarra, e segnava l’inizio di una collaborazione che avrebbe definito il suo sound per gli anni a venire.
Ozzy Osbourne e Zakk Wylde divennero nei mesi successivi miei punti di riferimento e “No Rest for the Wicked” fu la colonna sonora della mia ribellione adolescenziale.
Oggi, più di trent’anni dopo, quando ascolto “Breakin’ All the Rules”, vengo immediatamente trasportato in quella piccola stanza, davanti a quel piccolo televisore a colori. L’eccitazione, lo stupore e la pura gioia di aver scoperto qualcosa di nuovo e potente sono ancora vividi nella mia mente.
Momenti come questi sono argento puro. Sono istanti cristallizzati nel tempo, ricordi che porteremo con noi per tutta la vita. Per me, Ozzy Osbourne, Zakk Wylde e quel Natale del 1988 rimarranno per sempre intrecciati, un regalo musicale ha forgiato quello che sono oggi, superati i cinquat’anni.