L’ultima chance: come una busta di plastica salvò i Bon Jovi

Nel caldo 1986, i Bon Jovi si trovarono di fronte a una sfida creativa che avrebbe segnato la loro carriera: la ricerca della copertina perfetta per quello che sarebbe diventato il loro album più iconico. La band, che aveva già conquistato il New Jersey con il loro singolo “Runaway”, era pronta per il grande salto verso la fama mondiale. Mark Weiss, il rinomato fotografo che aveva immortalato leggende del rock come Ozzy Osbourne e i Kiss, fu chiamato per questa missione. Queste straordinarie foto sono oggi raccolte nel suo libro “The Decade That Rocked: The Photography of Mark ‘Weissguy’ Weiss”, una testimonianza visiva di un’era indimenticabile del rock. Quello che nessuno poteva immaginare era che ci sarebbero voluti tre tentativi completamente diversi prima di trovare l’immagine giusta. Il primo concept era ambientato nel Vecchio West. L’album, inizialmente intitolato “Wanted”, doveva ritrarre la band come un gruppo di fuorilegge in fuga. In un fienile polveroso, con un poster “Wanted” sullo sfondo, i membri della band posarono in stile western. Tuttavia, lo stile personale di Jon Bon Jovi con la sua sciarpa leopardata e i suoi caratteristici capelli voluminosi, creava un contrasto troppo stridente con l’atmosfera western che cercavano di evocare.

Quando il primo tentativo fallì, il progetto prese una direzione completamente diversa. L’album fu rinominato “Slippery When Wet”, ispirato da un’esperienza della band in uno strip club di Vancouver chiamato No. 5 Orange. Il secondo servizio fotografico si svolse a Bradley Beach, nel New Jersey. La protagonista era Angela Chidnese, fotografata in una pose seducente mentre indossava una magliettina gialla completamente inzuppata d’acqua, con la scritta “Slippery When Wet” in nero che risaltava sul tessuto bagnato. L’immagine era audace e provocatoria, perfettamente in linea con l’energia rock dell’album. Sembrava che finalmente avessero trovato l’immagine perfetta ma il destino, come sempre, aveva altri piani. Alcune catene di negozi si rifiutarono di vendere l’album con quel soggetto, giudicandola troppo provocatoria. Con il tempo che stringeva, Jon Bon Jovi ebbe un’illuminazione. In un momento di geniale semplicità, il frontman si presentò nello studio di Weiss con una richiesta insolita: una semplice busta di plastica nera. In pochi minuti, spruzzò dell’acqua sulla busta e scrisse il titolo dell’album. Non si fermò nemmeno per vedere il risultato finale in Polaroid. Quella decisione dell’ultimo minuto si rivelò essere la scelta perfetta: la copertina minimalista con le gocce d’acqua divenne un’icona eterna, mentre la versione con Angela trovò comunque spazio in alcune edizioni internazionali dell’album. Quella che iniziò come una serie di false partenze si trasformò in uno dei più memorabili esempi di come, molto spesso, la soluzione più semplice possa rivelarsi la migliore. La storia della copertina di “Slippery When Wet” rimane un affascinante esempio di come il processo creativo possa prendere strade inaspettate prima di giungere alla destinazione perfetta.