Correva l’anno 2003 mentre il mondo del rock attraversava ancora una fase di introspezione dalle tinte scure, i The Darkness arrivarono tornando ad irradiare il panorama musicale con un disco eccezionale. “Permission to Land” si rivelò un manifesto che riportò l’esuberanza ed il cuore nel nuovo millennio. Le performance elettrizzanti di Justin Hawkins, con il suo registro vocale speciale e la sua comunicativa unica, incarnarono perfettamente questo ritorno alla vitalità. Ogni nota, ogni movimento fu un tributo alla gioia di fare musica. “Love is Only a Feeling” rappresentò l’essenza di questa filosofia. La power ballad, insieme al suo bellissimo video, riuscì a comunicare un viaggio emotivo sconcertante dove le chitarre dei fratelli Hawkins si intrecciarono in perfetta armonia, mentre la voce ipnotica di Justin raggiunse vette emotive elettrizzanti. Si trattava di pura magia sonora, di amore, di luce del cuore. L’intero progetto fece pulsare il pianeta di questa intensità contagiosa. Da “Growing on Me” fino a “I Believe in a Thing Called Love”, ogni traccia unì passione strumentale e puro entusiasmo in un’alchimia perfetta di invito alla vita, esaltando il sentimento e l’amore. I The Darkness tornarono a trasportarci con la potenza della spensieratezza del rock come non si sentiva da anni. I loro arrangiamenti caldi e rotondi, le armonie contagiose e le progressioni ricche di calore fecero riemergere il sorriso e la speranza che a molti mancava tanto. “Permission to Land” riportò nel mainstream un messaggio fondamentale: l’euforia e l’autenticità potevano coesistere. In un’epoca di seriosità ancora diffusa, la band inglese riuscì a ricordare al pubblico che la profondità può nascondersi anche dietro un sorriso ammiccante.
Il loro approccio tornò a spalancare le porte a una nuova generazione di artisti che non temevano più di mostrare il proprio lato più solare. La band dimostrò inoltre che si poteva ancora approcciarsi alla musica mantenendo leggerezza, che si poteva parlare d’amore con la stessa intensità di un tempo.
A distanza di più di vent’anni, questo album mantiene intatta la sua capacità di illuminare e scaldare l’anima. È un promemoria di come il rock, nella sua forma più autentica, sia una celebrazione della vita in ogni sua sfumatura.
Il dono più prezioso dei The Darkness è stato ricordarci che la musica può, e deve, tornare ad essere un veicolo di pura positività. In un’epoca, quella di allora ma anche quella di oggi, spesso troppo austera e confusa, i The Darkness continuano a sussurrarci che credere nella magia del rock ‘n’ roll non è solo permesso: è necessario.