La Magia di Patience: Guns N’ Roses Sotto Le Stelle di Rock in Rio 1991

Lo dei Guns N' Roses del periodo di Use Your Illusion. Parliamo del mitico concerto di Torino nella recensione presente nel blogCorreva l’anno 1991 e Rio de Janeiro si preparò ad ospitare il Rock in Rio II, un evento atteso da lungo tempo e di cui avevo sentito parlare mesi prima. Avevo diciotto anni all’epoca e già da tre seguivo con passione e trasporto i Guns N’ Roses, anch’essi presenti in quella attesissima edizione.

Non avendo avuto la possibilità di essere fisicamente presente in Brasile per gli show, in quel periodo cercavo di studiare per diplomarmi, mi preparai a vivere quelle esibizioni attraverso la diretta satellitare, pronto a non perdermi nemmeno un istante di quelle che si sarebbero preannunciate come serate indimenticabili. Sentivo l’eccitazione palpitante nei giorni precedenti e non vedendo l’ora di immergermi totalmente nei concerti.

Quando i Guns salirono sul palco del Maracanã, il carisma di Axl si irradiò palpabile anche a decine di migliaia di chilometri di distanza raggiungendo il mio salotto. La setlist divenne un viaggio attraverso i loro successi, ma fu l’interpretazione di “Patience” a toccarmi come mai nella vita. Il solo elettrico di Slash risuonò semplicemente unico; ogni nota trasmise emozioni difficili da descrivere a parole. Mi ritrovai con le lacrime agli occhi davanti al grande televisore a tubo catodico.

Il solo di “Patience” in quella occasione rimarrà in eterno impresso nella mia anima. Quasi sicuramente quel momento a sei corde fu frutto di improvvisazione, non ricordo che Slash tornò a riproporlo negli anni successivi proprio come fu suonato quella sera. L’intensità ed il trasporto che vennero emanati furono sconcertanti. Slash riuscì a penetrare in un mood emotivo estremamente profondo, completamente assorbito dal brano, come se stesse comunicando con qualcosa di più grande, qualcosa di eterno.

Ogni nota di quei magici minuti fu capace di evocare in me una gamma di nuovi sentimenti che andarono dalla nostalgia all’estasi, dalla speranza, alla commozione fino ad arrivare alla consapevolezza. Le immagini e l’audio divennero come una benedizione, una melodia che parlava profondamente al mio cuore. Fu qualcosa che mi cambiò all’istante, arricchendomi enormemente.

Quelle sensazioni così intense riuscirono a rapirmi in modo analogo anche in un’altra occasione, durante il “Freddie Mercury Tribute”, nel momento in cui Slash si materializzò sul palco e si immerse nel solo di “Tie Your Mother Down”. Anche in quel caso, la sua chitarra e il suo spirito entrarono in una nuova dimensione e il modo in cui si lasciò trasportare dalle note fu estasiante. In entrambi i momenti, la musica riuscì ad avere il potere di elevare la mia anima, trasformando ottimi concerti in celebrazioni della vita, della musica e della spiritualità.

Godiamoci insieme “Patience” da quella indimenticabile serata brasiliana