Oggi vi racconto un mistero che mi accompagna dal 1990, una storia che ha per protagonista uno dei live più potenti mai usciti in circolazione: “Fronte del palco” di Vasco. Questa non è solo la storia di un disco, ma di un’inspiegabile sequenza di sparizioni che mi ha fatto incazzare per quasi trent’anni. La prima volta lo acquistai nell’estate del 1990, pochi mesi dopo l’uscita. Ricordo ancora l’emozione di aprire quel doppio CD, sentire il profumo di stampa fresca, leggere i credits mentre le prime note di “…Muoviti!” esplodevano dalle casse. Vasco carico al massimo e quella band incredibile con Tedeschi alla batteria (fenomenale), Martinez al basso, le chitarre intrecciate di Devoti e Braido, Rocchetti alle tastiere e quei fiati magistrali di Innesto e Trevisi. Per mesi quel disco non lasciò mai il mio stereo. Poi, un giorno, semplicemente svanì. Cercai ovunque, spostai mobili, controllai ogni angolo della casa. Niente. Come evaporato nel nulla. Passarono alcuni anni e decisi fermamente di ricomprarlo. Era il periodo in cui “C’è chi dice no” e “Vita spericolata” in versione live erano diventate la colonna sonora delle mie serate “brave”. La magia continuò a ripetersi intatta: quella voce e quei testi sconcertanti, quegli assoli incendiari, quella sezione ritmica possente… E poi, ancora una volta, il mistero: il disco scomparve. Nessuna spiegazione logica, nessuna traccia. Puff… svanito.
La terza volta fu diversa. Lo acquistai consapevole delle sparizioni precedenti, quasi come una sfida. Lo custodii gelosamente, controllando periodicamente che fosse al suo posto. Ma anche questa volta, il risultato non cambiò: un giorno guardai nello scaffale e non ne trovai più traccia.
Tre copie, tre sparizioni inspiegabili, come se questo concentrato di energia rock registrato all’Arena Civica di Milano in quelle magiche serate del giugno ’89 avesse una propria volontà , un’irrequietezza che lo spinse a cercare nuove avventure, nuovi ascoltatori. Forse un caso che proprio questo disco, testimonianza sonora di una “vita spericolata”, si rifiutò di restare fermo in un posto?
Nelle prossime settimane lo ricomprerò per la quarta volta. C’è sempre stato qualcosa in questo live album, in quelle diciotto tracce catturate con una perfezione magistrale dal Fonoprint Studio Mobile di Bologna, che mi chiama, che esige di essere riportato a casa.
Non so se questo quarto acquisto deciderà di rimanere o se seguirà il destino misterioso dei suoi predecessori. So solo che “Fronte del palco”, anche quando fisicamente assente in formato fisico, continua a risuonare nella mia memoria con la stessa intensità di sempre. Lunga vita a Vasco e al rock ‘n’ roll e se questa volta ti becco, ti inchiodo.