Il 30 giugno 1993, Modena divenne l’epicentro del rock con il concerto dei Guns N’ Roses, un evento che prometteva di essere storico con la Brian May Band e i Suicidal Tendencies a scaldare il palco. La serata si caricò di note iconiche e performance memorabili, ma fu segnata da un episodio che, purtroppo, ha lasciato un’impronta di disapprovazione nel ricordo di chi c’era.
Durante l’esibizione di Brian May, un artista il cui contributo alla musica è incalcolabile, una serie di bottigliette di succo di frutta iniziarono a piovere sul palco. Un gesto non solo pericoloso, ma anche di profonda mancanza di rispetto verso un musicista che si è sempre distinto per la sua professionalità e passione.
È sconcertante osservare come, in un contesto di festa e celebrazione della musica, il comportamento incivile di pochi possa gettare ombra su un evento tanto atteso. Non vi è alcuna giustificazione per tale comportamento; è un atto che va condannato senza esitazione. Quel che dovrebbe essere un incontro di armonia e condivisione si trasforma in un teatro di maleducazione, sminuendo l’esperienza per artisti e spettatori.
Questo episodio, oltre a rimanere impresso nella memoria di chi, come me, era presente, dovrebbe servire da monito: la musica dal vivo è un patrimonio da custodire con rispetto e entusiasmo. Artisti di calibro mondiale come Brian May meritano di esibirsi in un ambiente che rispecchi il valore della loro arte. Ricordiamo che, dietro ogni nota, c’è un essere umano che condivide con noi il suo talento, e questo va onorato con il massimo della civiltà e dell’apprezzamento.
Concludo con un appello al pubblico di ogni evento musicale: celebriamo i nostri idoli con l’entusiasmo che meritano e dimostriamo loro il nostro rispetto. La musica unisce, non divide; eleviamola, non degradandola con gesti di inciviltà.