“It’s Five O’Clock Somewhere”: Un Viaggio nel Mondo di Slash

Copertina del disco "It's Five O'Clock Somewhere" degli Slash's Snakepit. Ne parliamo all'interno del blogEra una calda notte d’estate del 1995 quando Slash, il leggendario chitarrista dei Guns N’ Roses, si ritrovò seduto in uno studio di registrazione. Circondato da una nuova band di musicisti talentuosi, Slash sentiva un’energia elettrizzante nell’aria. Era il momento di dare vita al suo progetto solista, gli Slash’s Snakepit.

Le prime note di “Neither Can I” riempirono la stanza, e Slash si immerse nel riff incalzante che aveva composto. Era come se la sua chitarra prendesse vita, guidando la band in un vortice di rock’n’roll puro. Eric Dover, il cantante, si unì con la sua voce roca, trasformando quelle note in un inno energico.

Slash guardò gli altri membri della band: Gilby Clarke, il suo vecchio compagno dei Guns N’ Roses, che suonava la chitarra ritmica con un’intensità contagiosa; Mike Inez al basso, che forniva un solido fondamento pulsante e Matt Sorum alla batteria, che martellava con potenza e precisione.

Mentre registravano “Beggars & Hangers-On”, Slash si perse nell’assolo di chitarra, lasciando che le sue dita danzassero sulle corde. Era come se il blues rock scorresse nelle sue vene, trasformandosi in note ardenti e appassionate.

Ogni canzone di “It’s Five O’Clock Somewhere” rappresentava un’espressione unica del talento di Slash. “Dime Store Rock” era un omaggio al classico hard rock degli anni ’70, mentre “Back and Forth Again” mostrava il suo lato più melodico e introspettivo.

Slash si sentiva libero, come se gli Slash’s Snakepit fossero una tela bianca su cui dipingere le sue visioni musicali più audaci. Lontano dalle aspettative e dalle pressioni dei Guns N’ Roses, poteva esplorare nuove direzioni senza vincoli.

Quando l’ultima nota di “It’s Five O’Clock Somewhere” risuonò nello studio, Slash guardò i suoi compagni di band con un sorriso amichevole e soddisfatto. Avevano catturato l’essenza del rock’n’roll: grinta, energia e tecnica strumentale fuse in un’opera d’arte senza compromessi.

Gli Slash’s Snakepit erano stati la sua valvola di sfogo artistica, un’avventura rock’n’roll che avrebbe ispirato generazioni di musicisti a venire.

In queste prime ore del mattino, ascoltare ancora questo disco non ha veramente prezzo.